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Oltre alla penetrazione c'è di più!

by Juice Team on May 20, 2023

Articolo di Anna Bernardi, Infermiera specializzata in counseling e mediazione corporea e consulente sessuale.

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Nella nostra cultura si definisce ancora oggi rapporto completo quello dove il pene entra in vagina, altrimenti detto penetrazione.

Questa frase racchiude in sé almeno due limiti e due credenze da decostruire.

  • La prima è che il rapporto completo sia un affare da pene e vagina, ovvero che sia eterosessuale. Ma di questo non parleremo… stavolta.
  • La seconda è che l’incontro erotico e l’atto sessuale debbano culminare con l’incontro fra genitali e che il piacere si sovrapponga all’orgasmo genitale.

In realtà in sessuologia il rapporto si definisce completo quando tutte le parti coinvolte sono felici e appagate, indipendentemente dalle pratiche coinvolte e la vita sessuale delle persone si definisce soddisfacente quando le persone stesse la definiscono tale.

Ai più attenti non sarà sfuggito un dettaglio. C’è un terzo problema.

Rimanendo anche in una sessualità prettamente genitale considerare la penetrazione come il “fine ultimo e necessario” dell’incontro erotico è una credenza piuttosto limitante che spesso causa aspettative che generano ansia.

L’ansia e incontro erotico/atto sessuale nella stessa frase non ci stanno…e ancora meno stanno nella stessa camera.

Il piacere erotico è un meccanismo complesso e variabile che può prevedere o meno i genitali e che può prevedere o meno la penetrazione. Anzi può o meno prevedere l’orgasmo di picco ovvero l’orgasmo genitale con eiaculazione e spasmi muscolari tipico della risposta sessuale descritta in sessuologia medica.

Il Piacere è fatto di fantasie, di tattilità, di relazione, di ruoli e di giochi.
Di sorpresa, affidamento, complicità e intimità.
Insomma di meraviglia.

La meraviglia è poco amica della programmazione, dell’obiettivo fisso da raggiungere. Se siamo proiettati a una meta le nostre attenzioni sono per quella meta e non per il viaggio.

Le case produttrici di sex toys questo lo sanno bene.

Molti dei migliori sex toys di nuova generazione non solo stanno perdendo l’aspetto dei genitali ma stanno anche perdendo la funzione prettamente penetrativa.

Sempre di più di fianco a dildo, vibratori, vagine artificiali e plug anali dalle mille forme e dimensioni si stanno inserendo sex toys per il piacere di tutto il corpo, genitali compresi, che portano dentro ad esperienze tattili varie, esperienze olfattive, esperienze gustative.

La penetrazione è da sempre così importante perché la sessualità nella nostra cultura è sempre e solo stata avvallata per fini procreativi e la copula è in effetti il modo ancora più semplice e spesso efficace in termini di fertilità.

Ma in termini di piacere e anche di orgasmo, la penetrazione genitale non è essenziale.

Può essere anche fastidiosa e vissuta come un dovere sia dalle donne che dagli uomini.

Allontana tutta una serie di persone dall’esperienza del piacere erotico e sessuale che per varie ragioni quali dolore, disfunzioni, assunzioni di farmaci o semplicemente per gusti personali, non possono o non vogliono vivere questa pratica.

E ci mette tutti in una modalità che io chiamo ginnico prestazionale.

Inoltre per favore finiamola di chiamarla penetrazione.

Se andate a vedere nella Treccani on line cosa significa penetrare troverete questo “Entrare più o meno profondamente in un luogo, in un ambiente, in un corpo materiale compatto o a cui comunque si acceda con qualche resistenza o difficoltà.”

Se a qualcuno si stanno aprendo dei link col mito della verginità sappia che non è pazzo. Penetrazione e verginità sono “miti” collegati.

Un secondo motivo per cui siamo così legati al mito della penetrazione è di tipo socioculturale e di ruolo di genere.

Detta in parole semplici (e riduttive) l’uomo conquista la donna con fatica perché ritrosa e resistente. Con l’atto penetrativo l’uomo marca il territorio e la proprietà e la donna ottiene protezione e rivendica diritti di esclusività o priorità perché se si è concessa.

Ovviamente tutto questo nel 2023 va, con tutte le sfumature e complicazioni del caso, sotto il nome di cultura patriarcale e merita un articolo a se, lo so.

Se vi sembra esagerato ricordate che la sessualità è una esperienza bio-psico-sociale, dove tutte e tre le componenti, per cui anche quella sociale, influiscono nel determinare l’esperienza stessa... non avete idea di quante persone portino questo argomento in consulenza attribuendo alla penetrazione il loro valore di uomo, di donna, di metro dell’amore, della cura e del piacere.

La prima cosa che faccio io è iniziare a cambiare il nome di questa esperienza chiamandola inserimento.

Così come stiamo allargando lo spazio della sessualità verso il diritto al piacere e non solo alla procreazione possiamo anche iniziare a scrollarci di dosso tutta una serie di stereotipi sociali sia che siamo donne o uomini anche attraverso i termini che usiamo.

La sessualità può comprendere o meno l’INSERIMENTO in vagina o in ano di pene, dita o sex toys. Questo non determina il chi siamo, il nostro ruolo, la quantità di amore che proviamo ma non determina neppure il piacere e l’orgasmo.

Siccome questo articolo è scritto per Juice of Love mi preme dare un piccolo consiglio pratico in linea con l’argomento: in catalogo troverete un oggetto chiamato MIMI Soft.

Probabilmente non attirerà la vostra attenzione come Uma G-spot, ma non sottovalutatelo... specialmente se siete persone che fanno sesso con donne e che vogliono accompagnare la compagna alla ricerca del suo piacere.

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